La ragazza senza radici by Cristina Caboni

La ragazza senza radici by Cristina Caboni

autore:Cristina Caboni [Caboni, Cristina]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Garzanti
pubblicato: 2024-10-09T22:00:00+00:00


18.

La fasi della luna scandiscono da sempre i tempi dell’agricoltura.

Secondo la tradizione il periodo migliore per impiantare i vigneti

è con la luna crescente, la potatura andrebbe eseguita in inverno,

con la luna calante, la vendemmia durante la luna piena.

Erano sei le donne di nome Léonie che avevano lavorato al Cabinet Médical Saint-Rémy a cavallo tra il 1949 e il 1950. Adeline impiegò una settimana per trovarle. Un’intensa settimana di ricerche che avevano assorbito tutto il suo tempo libero, i suoi pensieri, la sua energia.

Dopo aver terminato il turno di lavoro, era rimasta nella sala riunioni del municipio, come se la vicinanza all’archivio potesse fornirle le informazioni che ancora non aveva trovato. Accanto a lei, c’era ciò che restava di un panino e di una bottiglietta d’acqua – il suo pranzo – oltre a tutta una serie di fogli, post-it e appunti. Riprese a scrivere sulla lista che aveva davanti. Segni, più che altro, scarabocchi della sua frustrazione.

«Riprendiamo da capo…» si disse.

Era davvero stanca, eppure non riusciva a smettere. Aveva cerchiato i nomi con la penna rossa. Accanto a ognuno aveva scritto quello che sapeva, la data di nascita e il periodo in cui aveva lavorato alla clinica; di alcune aveva persino scoperto la data di morte e intendeva contattare i parenti, perché qualsiasi informazione poteva rivelarsi utile. Non aveva trovato nulla sulle mansioni che svolgevano, e quello la preoccupava. Riordinò nuovamente tutti gli oggetti, le penne, i fogli, le matite. Continuava a sentire la necessità di scrivere a mano perché la aiutava a dare concretezza al pensiero.

Abbi fiducia nella curiosità, Adeline, ascoltala e agisci con passione.

Sospirò e dopo aver ragionato su alcuni dettagli comprese che non poteva più aspettare. Doveva agire, doveva farlo subito. Prese il cellulare e compose il primo numero della lista.

«Buongiorno, mi chiamo Adeline Weber, cerco madame Léonie Dustant... Ah, mi dispiace molto per la sua perdita... No, lavoro per gli archivi del comune di Nizza, sto conducendo una ricerca. Sua moglie era un’ostetrica? No? Capisco. Non importa, grazie lo stesso.»

Tracciò una linea netta. Sospirò e continuò con gli altri nominativi.

«Buongiorno, mi chiamo Adeline Weber, potrei parlare con madame Lagarde? È lei! Meraviglioso. La chiamo per chiederle notizie del periodo in cui lavorava per il Cabinet Médical Saint-Rémy di Nizza. Dunque si tratta di sua madre… È possibile parlare con lei? Oh, mi dispiace. Perdoni se la disturbo ancora, posso chiedere in che reparto lavorava? Oculistica… Va bene. Grazie comunque.»

Adeline si mordicchiò un labbro: con quella erano quattro le Léonie che aveva contattato. Una non aveva risposto. Le restava da sentire l’ultima, solo che non ne aveva la forza. Si sfregò la fronte, gli occhi chiusi e il morale sotto i tacchi.

«A che punto sei?»

Sollevò gli occhi su Fleur e sospirò. «Ogni volta che credo di aver trovato qualcosa mi devo ricredere.»

«Raccontami tutto.»

«Ho i nomi, i luoghi, le date, eppure non riesco a venirne a capo. E tu? Hai scoperto qualcosa?» chiese con una luce di speranza negli occhi.

«Niente di nuovo.»

Adeline esaminò la lista che la collega le porgeva.



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